Il rapporto tra imprenditore e lavoratore dipendente è sempre contraddistinto da numerosi aspetti e qui oggi ne tocchiamo alcuni: sentiamo i politici parlare di salario minimo, ma nel frattempo i giudici danno delle indicazioni importanti in questo senso; con ben sei sentenze dell’ottobre 2023 della Corte di Cassazione, basandosi sull’art. 36 Costituzione, è stato stabilito che in caso di contenzioso tra azienda e lavoratore sull’importo del salario, il giudice può “disapplicare” un contratto collettivo, anche se stipulato a livello nazionale e sottoscritto dai sindacati maggiormente rappresentativi; inoltre il giudice può far applicare in sostituzione di quella praticata dall’azienda e contestata dal lavoratore, la maggiore remunerazione prevista in forza di altro contratto collettivo affine o per mansioni analoghe, e può farlo “d’ufficio”, se il lavoratore ha fornito elementi della insufficienza del salario. Beh che dire, piuttosto una legge spesso mal fatta, ben venga una regolamentazione da parte della giurisprudenza; la decisione dei giudici ovviamente non preclude la sovranità del parlamento e questo potrà sempre approvare leggi specifiche.
Se il poi lavoratore ha dei diritti, ha anche dei doveri: egli non deve mai usare gli strumenti aziendali per scopi privati! Auto, personal compute, telefoni, solo se attribuiti per uso misto, lavoro e privato, possono essere usati al di fuori del lavoro. Il rischio altrimenti è il licenziamento. Lo ha stabilito, sempre nel mese di ottobre di quest’anno, la Corte di Cassazione.
Attenzione però al datore di lavoro che si comporta male: i dipendenti vanno sempre trattati con grande rispetto; è contrario alla legge e può essere sanzionato anche il singolo atto; non serve una pluralità di atti, ma basta un fatto commesso, anche isolatamente, che possa essere qualificato come un fatto illecito e che comporti la violazione di interessi protetti costituzionalmente del lavoratore (integrità psicofisica, la dignità, l’identità personale, la partecipazione alla vita sociale e politica). Nel caso in oggetto si trattava di stressante modalità di controllo, che per i motivi sopra riportati si è tramutata in una violazione di legge, con conseguente obbligo risarcitorio a favore del lavoratore.
E’ stato un mese ricco di pronunce giurisprudenziali interessanti, ma la conclusione è che i diritti e doveri si bilanciano sempre, e che ci vuole sempre un po’ di buon senso da parte di tutti, come anche un buon avvocato che dia i consigli giusti.
ultimo aggiornamento novembre 2023