Un progressivo invecchiamento della popolazione, porta con sé anche questioni giuridiche di questo tipo. E dato l’aumento di persone anziane, frequentemente sole, anche la vicenda di qui vi parlo oggi, riveste a mio parere un interesse generale.
E’ legalmente valido, anche se ci sarebbero degli eredi, lasciare la propria casa a un terzo, se questo fornisce cure e assistenza?
La risposta positiva è stata data alla Corte di Cassazione con una sentenza di qualche mese fa, che ha affermato esserci
“la sussistenza delle condizioni idonee a legittimare la conclusione del contratto atipico di mantenimento”.
Tecnicamente infatti nel caso in esame è stato redatto un atto pubblico notarile, con il quale l’anziano cedeva alla terza persona la nuda proprietà della propria casa di abitazione. La terza persona si impegnava a dare cura e assistenza morale e materiale. Questo accordo legalmente si chiama “contratto di mantenimento”.
Confermando alcune decisioni precedenti, si è ritenuto che non c’era sproporzione tra le prestazioni date e quelle promesse, dato che il decesso non era prevedibile a breve, come non lo era la intensità dell’assistenza da prestare. Non va confuso però questo caso con quello di contratti o accordi di questo tipo, che venissero stipulati in circostanze diverse, nelle quali sia evidentemente vicino il venir meno dell’assistito.
Complessivamente mi sembra un incoraggiante possibilità per molte persone anziane, che contempera gli interessi loro e di chi li assiste. E che potrebbe far pensare un po’ quei parenti, i quali spesso dei loro anziani si preoccupano poco.
Anche in casi come questi, vanno comunque attentamente valutate da parte di un consulente professionista tutte le circostanze specifiche e soprattutto i valori in questione. Evidentemente è infatti soluzione da ritenersi apprezzabile e valida, se vi sia una equa e ragionevole relazione tra il valore dell’immobile e l’assistenza prestata.
ultimo aggiornamento giugno 2024